Tutto è accaduto per caso a New York nella caldissima estate del 2016.
Frequentavamo tutti insieme un seminario Jazz nel quartiere di Ozone Park, una zona non molto turistica di New York City. Si trattava di una scelta che ci avrebbe consentito di immergerci nella realtà musicale americana, che avevamo sempre amato e contemporaneamente di approfondire le nostre conoscenze musicali.Dopo l’entusiamo iniziale però, il corso si rivelò estreamente noioso e troppo incentrato su concetti teorici. Per vincere la noia decidemmo di cercare una sala prove per strimpellare in liberta nelle ore notturne e vincere la noia. Fu una scelta casuale ma nel contempo soprendente. Ci ritrovammo a giocare immediatamente con ritmi “anomali” sui quali insistevamo a turno senza regole definite. E nacque così “Bocius”, il brano iniziale del nostro primo disco, e con esso l’idea di lavorare  seriamente a un progetto inedito e nuovo, che chiamammo, appunto “Ozone Park”, dedicandolo al quartiere che ci stava ospitando a New York. Negli incontri successivi componemmo ed arrangiammo 8 brani che ricordano le sonorità della progressive italiana anni 70, della fusion ancestrale americana con inserti di svariati altri generi che fanno precipitare l’ascoltatore in una atmosfera antica e dimenticata. Quei brani, presto proposti ad un noto produttore della scena romana al rientro in Italia, sono stati immediatamente apprezzati per la loro originalità e, dopo mesi di lavoro, arrangiamenti e giornate intere trascorse in sala d’incisione,pubblicati in un disco sotto il nome di ‘Fusion Rebirth’. Mai titolo fu più azzeccato. Un genere resuscitato, che non si sentiva più da decenni, e che tanti critici consideravano ormai esaurito e senza sbocchi. 

“Ozone Park” ha dimostrato che quei critici si sbagliano.

 

It was a hot summer night in 2016 and we were in the Ozone Park neighborhood of New York, a not so touristy place. We had just spent a hot, exhausting week studying Jazz at an important (but boring) seminar, and all four of us, being in love with the Fusion and Progressive music of the 1970s, thought we could relax by playing some light fusion improvisations. Using some old musical instrument, we decided to improvise melodies that would recall the much-loved ‘fusion’ sound. Out of this little bit of madness and fun came the first song of this album, “Bocius”. It was still a not complete song, but we really liked it, and from that moment on, after each day of study, we  got together to give vent to our imagination with no limits, inventing 8 totally new and unpublished compositions that recalled the many interesting musical productions now lost in the memories of so many enthusiasts.

It was true music. A rebirth of Fusion, a genre that many critics, for decades, felt had no more worth.
Hence the title of our album- produced in record time thanks to the talented staff of “Emme Produzioni”, who have bet on this unexpected revival, the origins and influences of which, attentive listener will certainly recognize.

From this work, many others will surely follow, because, in our opinion, fusion music is definitely not over.